Venere pudica, variante della "Venere di Siracusa".

Laboratorio romano
II secolo d.C.

Venere pudica, variante della "Venere di Siracusa".

Descritta negli antichi inventari come "Un'altra statua di marmo bianco di una ninfa che tiene in mano un delfino" (1588); "Un'altra statua di marmo antica anch'essa nella sua nicchia, alta cinque quarti e mezzo, che rappresenta la dea Teti" (Inventario del 1751); "Una Venere frantumata con il suo delfino, non molto inferiore secondo me alla Venere di Médicis" (Antonio Ponz. 1780), infatti il corpo di questa scultura è una variante di un tipo noto di Venere, la cosiddetta Venere di Siracusa, spesso copiata, che potrebbe essere stata sviluppata prima del periodo ellenistico.

La testa, realizzata in un marmo più fine di quello del corpo, è databile alla prima metà del III secolo d.C., quindi più tarda del corpo, datato alla fine del II secolo, e per l'acconciatura e il diadema non è una testa specifica per le rappresentazioni di Venere, ma lo stesso modello può essere stato utilizzato per diverse giovani dee.

La mano destra, il braccio sinistro dal gomito alla mano e il delfino sono di un altro marmo e sono pezzi aggiunti forse nel XVI secolo.

TECNICA

Scultura

MATERIA

Marmo

DIMENSIONI

Altezza: 146,00 cm; Larghezza: 51,00 cm; Profondità: 31,00 cm.

UBICAZIONE

Casa di Pilato