Apparizione dell'angelo ad Agar e Ismaele nel deserto

Rosa, Salvatore
Circa 1662

Salvatore Rosa illustra con questa scena il momento in cui l'angelo del Signore, allertato dal pianto del bambino Ismaele, apparve nel deserto a sua madre, la schiava Agar - dove erano stati cacciati da Abramo, suo padrone e padre del bambino - per indicarle un ruscello per dissetare il figlio e per prometterle che la sua discendenza sarebbe stata innumerevole (Gen 21,17-19).

Caterina Volpi (2014) identifica questo dipinto con "...".Il dipinto di Agar e Ismaele con paese originale del Sig.r Salvatore Rosa in tela di palma 7"Il dipinto è citato nell'inventario post mortem del 1682 dal sacerdote napoletano e amico di Salvatore Rosa, Girolamo Mercuri. Come gli altri dipinti della collezione, nel novembre 1671 l'artista stesso ne commissionò la copia a Francesco Martinotti, la cui replica deve essere quella oggi conservata alla National Gallery di Londra. Per questo motivo non è possibile sapere se, alla morte di Mercuri, sia rimasta nella sua collezione la copia o l'originale. In ogni caso, per una via ancora sconosciuta, l'originale passò nella collezione del IX Duca di Medinaceli, che arrivò in Italia nel 1684 come Capitano Generale delle Galee di Napoli e tre anni dopo fu nominato ambasciatore a Roma. Nell'inventario del nipote e successore Nicolás Fernández de Cordoba (Vicente Lleó Cañal, 1989) compare al numero 50 con la seguente descrizione: "L'originale non è ancora noto.Un altro di Salvator Rossa con paesaggio e figure, alto due aste e largo un'asta e mezza, cornice intagliata e dorata."

Volpi ritiene significativo che la copia della Galleria Nazionale sia stata attribuita a Pietro Testa, che Rosa conobbe e frequentò fin dal suo primo soggiorno a Roma e la cui influenza è evidente nella sua pittura degli anni Cinquanta del XVI secolo. Luigi Salerno (1975) ha datato questa tela alla fine del periodo napoletano del pittore, intorno al 1639, per la sua identificazione con l'opera di Rosa sullo stesso soggetto che, secondo G.B. Passeri, Lanfranco acquistò a Napoli. Volpi, tenendo conto della libertà pittorica con cui tratta il paesaggio, che tende a una visione romantica, e del dinamismo che crea con il movimento ondulatorio della veste di Agar, la data al periodo romano, dopo il ritorno da Venezia tra il 1662 e il 1665. 

 

TECNICA

Olio

SOSTEGNO

Tela

DIMENSIONI

Altezza: 145,00 cm; Larghezza: 119,00 cm

POSIZIONE

Ospedale di Tavera

REGISTRAZIONE

Firmato su una pietra nell'angolo inferiore destro. "SR"in monogramma.