Scultore attivo in Andalusia nella seconda metà del XVI secolo, di cui non si conosce né il luogo né la data di nascita e di cui si hanno notizie solo dopo il suo arrivo a Granada nel 1563. Il suo spiccato manierismo ha fatto ipotizzare la sua formazione romana e persino la sua origine italiana, di cui sarebbe indice il suo cognome, come castiglianizzazione del toponimo Pescara. Nel 1571, forse in fuga dalla ribellione degli Alpujarras, si stabilì a Siviglia, dove entrò al servizio della cattedrale e, poco dopo, insieme a Bartolomé Morel e all'architetto Asensio Maeda, collaborò con l'assistente della città, il conte di Barajas, a progetti di miglioramento e abbellimento urbano, di cui sono sopravvissute solo le rappresentazioni idealizzate di Carlo I e Filippo II come Ercole e Giulio Cesare che, su colonne trionfali, presiedono La Alameda e la copia settecentesca del Mercurio Argifontes nella Plaza de San Francisco. Dopo il lavoro a La Alameda, nel 1575, Pesquera fu chiamato dal II duca di Alcalá a commissionare le statue oranti di sua suocera Juana de Zúñiga, vedova di Hernán Cortes, e di sua cognata Catalina Cortes, e dal governatore dell'Alcázar ad affidargli la divinità e il resto dei pezzi in bronzo dello Stagno di Mercurio, i cui modelli in argilla egli consegnò a Bartolomé Morel per la fusione e la doratura, serie che ancora sopravvivono.
Il suo soggiorno a Siviglia si concluse con la scultura della statuaria dell'Antecabildo per la cattedrale, secondo il programma iconografico ideato dal canonico Francisco Pacheco, lasciandola incompiuta quando lasciò Siviglia nel maggio del 1580, motivo per cui non c'è consenso su quali opere di questo gruppo debbano essere attribuite a lui. Tuttavia, l'attribuzione più certa è la serie di figure delle Virtù, una delle quali, la Temperanza, è datata 1577. Tutte si ispirano a modelli dell'antichità classica e La Prudencia è letteralmente basata sulla Cerere della collezione archeologica della Casa de Pilatos che, alcuni anni prima, tra il 1568 e il 1571, era stata inviata a Siviglia da Napoli dal suo viceré, il I duca di Alcalá, avvalorando ciò che le cronache affermano su questa collezione come fonte di apprendimento e di studio per gli scultori sivigliani del Secolo d'Oro.
Nel 1582, Pesquera è documentato in Messico, alle dipendenze del convento di Santo Domingo, dove, da un altro documento della cattedrale, si sa che era già morto nel 1587.