Ludovica Trezzani (2002) spiega che Sorrento non era ancora inclusa come tappa in nessuno dei cinque giorni che spettavano al Regno di Napoli nell'itinerario di due settimane di Roma e Napoli. E solo nella seconda metà del XVIII secolo, quando gli scavi di Pompei, Ercolano e i templi di Paestum attirarono le escursioni a sud di Napoli, che divennero lo scopo principale della visita al posto dei Campi Flegrei. Per l'autore, questo deve essere il motivo per cui questa è la prima veduta che Vanvitelli dipinse della costiera sorrentina, l'unica conosciuta, e perché questo paesaggio non ricompare nel vedutismo settecentesco.
Una commissione molto personale, dunque, da parte del viceré duca di Medinaceli, quando probabilmente sapeva di dover lasciare Napoli, soprattutto se si tiene conto che, con lo stesso tema, un'altra veduta è citata nell'inventario del patrimonio del nipote, il X duca di Medinaceli, che non è stato ancora identificato, motivo per cui non è possibile sapere se quest'opera sia la numero 185 o 186, in quanto compare sotto le seguenti voci: "...", "...", "...", "...", "...", "...", "...", "...", "...", "...", "...", "...", "...", "..." e "...".Paese di Sorrento..." y "Un altro dello stesso...". È forse perché non è ancora uno dei luoghi più comuni del viaggio italiano che il pittore annota sulla panca centrale della fontana il nome del luogo che ha dipinto e la data "Sorrento 1702".
Di questa veduta è rimasto un grande disegno preparatorio (G. Briganti 1996, D 182) su due fogli uniti che, secondo Trezzani, deve essere stato realizzato dalla terrazza in primo piano.